La visita al Cep di Ferruccio Sansa

Ieri, 8 marzo 2022, era il 25^ compleanno del Circolo Arci Pianacci e per una singolare coincidenza l’amico Ferruccio Sansa , consigliere regionale, ha pubblicato il racconto di una sua recente “visita” al Cep, con molti riferimenti alla storia del Pianacci…

C’è una scritta in ogni centimetro di cemento.
Decine, centinaia. Nere, rosse, argento.

Ma ovunque trovi quella parola: “amore”.
Per Giulia, per Serena, per Samuel, ma anche per la Cumpa, per gli amici.

E poi c’è qualcuno che in via Novella ha lasciato il suo messaggio sui muri e sulle trombe della scale: “Ti amo Vita”.

Non sono semplici sfoghi, i messaggi sui muri come quelli nelle bottiglie ci dicono qualcosa.

E qui al Cep di Pra’ ti aspetteresti di trovare, come era negli anni Ottanta, parole di rabbia, disperazione e solitudine. Sfregi di inchiostro che raccontano di ‘sbirri’, di ‘droga’.

E invece sul cemento tra palazzi, tunnel e sottopassi trovi soprattutto “amore”.

Per tanti anni vivere al Cep era quasi una condanna, c’erano perfino le sbarre alle porte e alle finestre per tenere il mondo fuori.
“Centro Elementi Pericolosi” era diventato il soprannome che ti si appiccicava addosso come un tatuaggio.

Poi qualcosa è cambiato, non grazie alle istituzioni, ma talvolta nonostante loro.
Sono state le persone a cambiare lentamente questo quartiere che adesso chiede di essere chiamato Ca’ Nuova, dal nome originale del progetto di edilizia popolare nato negli anni Settanta.
È stata la comunità che, nonostante tutto, ha ritrovato un orgoglio.
Un’anima.

Non chiedono poi molto gli abitanti, soltanto essere considerati gente normale.
Essere riconosciuti, anche, parte di Genova, quella città che da quassù pare stupenda di fronte al mare, ma irraggiungibile (e non soltanto per via dei pochi bus).

Certo, la gente del Cep ha dovuto superare molti ostacoli. In un municipio dove le amministrazioni pubbliche hanno concentrato il 60 per cento dell’edilizia popolare di tutta la città, in ossequio a quell’idea che dove ci sono già problemi ce ne puoi aggiungere altri.
Intanto nessuno protesta.
Così invece di distribuire le persone nei diversi quartieri della città, concentravano qui tutti quelli che avevano le stesse difficoltà, gli stessi disagi.
Semplicemente gli stessi problemi economici.

Erano gli anni in cui gli immigrati eravamo noi, gli italiani; ancora oggi dalle finestre spalancate spesso senti parlare siciliano, calabrese, napoletano.
Davano loro una casa – che case!
Umide, fredde, con pareti sottili come fogli di carta – ma niente servizi.

Mancava soprattutto quello che serve per far crescere i figli, per assistere gli anziani, per trovare un lavoro.
Per fare una vita normale, appunto.

Così negli anni in tanti si sono persi in quei corridoi interminabili, nelle gallerie che parevano fatte apposta per nascondersi e all’ombra dei palazzoni grigi.

Poi successe qualcosa: arrivò un uomo, un farmacista. Carlo Besana.
Ci voleva uno così, che veniva dalla Lombardia, che sapeva mettere insieme gli ideali con un sano spirito pratico.

La sua ricetta fu semplice, ma geniale: trasformare la disperazione e la rabbia in voglia di riscatto.
In orgoglio, anche.

Mattone dopo mattone arrivarono il Circolo Pianacci con il suo bar, poi la biblioteca, la scuola per stranieri, la festa che metteva insieme il pesto e il Cous Cous, il doposcuola, i corsi professionali.

Infine il miracolo del Palacep, una tensostruttura che farebbe invidia a tanti altri quartieri genovesi.

Così, tutti insieme, riuscirono nell’opera più difficile: far cambiare significato a quel nome.

Cep era diventato sinonimo di riscatto. I giornali ne parlavano.

In tanti ricordano la “Notte Grigio Topo”, in cui Beppe Grillo e Marco Travaglio, davanti a migliaia di persone arrivate da tutta Genova e non solo, lanciarono un movimento di autentico rinnovamento.

E come sempre succede le persone migliori ne richiamano altre: fu al Cep che festeggiammo gli ottant’anni di Don Gallo.

Qui ancora, dopo l’alluvione di Genova, si tenne un concerto unico in Italia, dove sul palco, dopo anni e anni, tornò Adriano Celentano.
Se lo ricordano ancora in molti il Molleggiato giunto fin quassù con un’auto nera – tra quei palazzi che tutti vedono dall’autostrada, ma dove così pochi si prendono la briga di salire – all’inizio un po’ spaesato, ma alla fine felice, eccitato come un bambino.

Ma chi si illudeva che la battaglia fosse definitivamente vinta si sbagliava.
C’è stata la mobilitazione che ha salvato almeno l’ufficio postale, ma il commissariato di Polizia se n’è andato.
Così come il supermercato e il medico, sì, soprattutto questo manca oggi agli abitanti: 6mila persone senza un’assistenza medica di prossimità.

Bisogna andare a Pra’ e a Voltri, ma spiegaglielo tu agli anziani senza auto.

È una telenovela che va avanti da anni e si rinnova ogni volta che si avvicinano le elezioni e qui tornano i politici per farsi vedere e prendere voti.

“La struttura dell’ambulatorio è stata ristrutturata, presto riaprirà”, dicevano due anni fa.
Lo ripetevano l’anno scorso.
E lo promettono anche quest’anno.
Finora niente.

Eppure costerebbe poche decine di migliaia di euro, molto meno di quello che la Regione ha speso per centoventi secondi di spot con Elisabetta Canalis al Festival di Sanremo.

Cep oppure Ca’ Nuova, il nome è cambiato, ma la morale è sempre la stessa: Genova si è dimenticata di questo quartiere grande quanto Nervi.

Dove il parroco fa miracoli per tenere aperta qualche ora la cappella anche se pure qui – forse più che altrove – la gente avrebbe bisogno di qualche santo cui votarsi.

No, i problemi non sono più gli stessi di una volta.
Certo, la criminalità c’è ancora, basta guardare le carcasse di auto bruciate, abbandonate lì, sotto i palazzi di via II Dicembre 1944.

C’è anche la paura di denunciare, di raccontare quello che tanti sanno e che senti bisbigliare da chi se ne sta affacciato alle finestre.

Ma i problemi sono soprattutto altri.
I ragazzi degli anni Ottanta oggi cominciano a essere pensionati, anziani. Hanno altre necessità.

Vero, il reddito di cittadinanza – bisognerebbe portare qui i soloni che lo criticano – evita che si sprofondi nella miseria. Aiuta a vivere senza il timore di doversi preoccupare addirittura di cosa mangiare.

Poi ci sono i giovani.

Fai presto a dire alle nuove famiglie di venire a vivere qui, ma poi devi dargli scuole adeguate.

La Aldo Moro ogni anno vede diminuire il numero degli allievi, perché le famiglie – come per liberarsi delle stimmate del quartiere – preferiscono mandare i bambini alla Duchessa di Galliera.

Abitare in via Novella, in via Martiri della Benedicta nell’altra Genova per qualcuno è ancora una colpa.

Ma c’era anche la Salvatore Quasimodo, un gioiello, con insegnanti motivati e capaci.
Oggi è un edificio in rovina, i vetri rotti, i rovi che escono da porte e finestre.
All’interno un rifugio per i disperati e le bestie.
È un monumento allo spreco.

Alla mancanza di idee e di iniziativa, soprattutto adesso che le risorse in città ci sono di nuovo e pare che non si sappia come spendere i soldi.
Invece non se ne fa niente, al massimo si parla del solito ricovero per anziani da affidare ai privati.

Pensate cosa diventerebbe se fosse usato come centro per la formazione e i congressi delle imprese legate al porto… che è a poche centinaia di metri”, propone Besana indicando le gru in perenne movimento del Psa.

Non è il solo caso: a poca distanza c’era un centro sportivo con campi di calcio e di basket.
Oggi è una distesa di erbacce e campi di lattughe.
Ettari di spazi pubblici che qualcuno si è rubato piano piano.

Già, quello che manca al Cep non sono gli spazi, non sono neanche forse le risorse, ma la volontà politica.
Un progetto.

E oggi fa quasi sorridere vedere che, a tre mesi dalle elezioni, il sindaco Marco Bucci arriva ai Pianacci.
Fa rabbia vedere che le auto abbandonate da anni vengono improvvisamente rimosse a favore di telecamere.
Passate le elezioni, c’è da scommetterci, tutto resterà come prima.

E resteranno Besana e il Consorzio Pianacci che l’anno scorso hanno garantito 2.700 ore di lavori di pubblica utilità, 2.300 ore di volontariato e 1.400 ore per la pratica del pattinaggio.
Pianacci che ha tenuto aperto, nonostante il Covid, il bar per oltre mille ore.
Le iniziative messe su dai volontari insieme con Arci, Sant’Egidio e altre associazioni non si contano: attività per la terza età (ginnastica, passeggiate urbane, laboratorio per imparare a usare pc e smartphone), campus sportivo estivo, laboratorio di writing e airbrush, Ceppions league (un torneo estivo che richiama decine di ragazzi), orientamento professionale, laboratorio sui diritti, sportello migranti e distribuzione di pacchi di alimenti per le famiglie in difficoltà.

Il cuore del Cep batte ancora, nonostante tutto.
Ma ci sono problemi che non possono, non devono essere affrontati dal volontariato.
Tocca alle istituzioni.

Basta entrare nei palazzi di via superiore Andrea Podestà e via Benedicta.
Basta salire piano dopo piano per le scale spesso senza luce e bussare alle porte.
Ogni casa una storia: c’è Rosa, arrivata quarant’anni fa con il marito da Messina, che chiede soltanto un ascensore che funzioni, una casa meno umida.

C’è Attilio che è uscito dal carcere nel 2016 e vive solo con un pitbull e gli arnesi con cui costruisce i suoi modellini: “Vorrei soltanto un po’ di caldo d’inverno”, chiede sistemando una coperta contro la porta per fermare gli spifferi. Poi ti indica il soffitto che perde pezzi, la facciata del palazzo così martoriata che pare Beirut dopo i bombardamenti. È piccolo l’appartamento di Attilio, appena due stanze, ci respiri solitudine, ma quest’uomo ti invita a visitarlo, ti offre un caffè. Vuole avere una casa vera. Finalmente.
Vuole normalità.

E quelle piccole cose che non ti fanno sentire dimenticato quassù: “Un negozio, un tabaccaio”, dice Luigi stringendo tra l’indice e il medio una sigaretta invisibile.

E’ vero, ci sono palazzi dove provi ancora un filo di gelo lungo la schiena quando ti perdi nei labirinti di corridoi pieni di buio, dove la sola luce è quella della lampadina del cellulare.
Dove trovi porte sfondate e se infili la testa dentro vedi gente che dorme su materassi distrutti, abbandonati per terra.

Insomma, la gente del Cep chiede che finalmente questi palazzi rosa e grigi diventino un vero quartiere e non soltanto cemento.
Che la spianata non sia semplicemente un vuoto tra condomini alti cinquanta metri, ma una vera piazza. Dove la gente di tutte le età si possa incontrare, parlare.

Certo, serve anche la presenza dello Stato che non può essere soltanto una volante che passa ogni tanto. Ma la sicurezza si costruisce anche mandando i ragazzi a scuola, senza lasciare che camminino senza meta.

La vera sicurezza è aiutare i giovani a trovare un lavoro, come cerca di fare lo sportello della Cgil che resiste a Pianacci: “La metà della gente che viene da noi non ha lavoro”, dicono.

Ricordo quando da giornalista mi era capitato di visitare Tor Bella Monaca e Corviale a Roma.
Quando ero stato a Scampia. Grattacieli e palazzi lunghi chilometri che sembravano fatti apposta per condannare chi ci sarebbe andato ad abitare.

Il Cep no, hanno un aspetto più umano queste case rosa.
Bastano pochi passi per trovarsi tra i sentieri che salgono verso il crinale e poi all’Acquasanta.

E si vede il mare, anche se pare così lontano. Un altro mondo.
Ma ci vuole altro per garantire alle donne e agli uomini che vivono qui quello che chiedono: un presente e un avvenire semplicemente normali. Niente di più.

Basterebbe, tanto per cominciare, un ambulatorio medico.
Poi, mica la luna, ma un semplice supermercato, un autobus più frequente che giri anche di notte.

(https://www.ferrucciosansa.it/sul-territorio-una-visita-al-cep-di-voltri)

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Il “Carnevale del Centro Zenit” al Pianacci!!!

bimbe e bimbi…
giochi, coriandoli e bugie, vi aspettano ovviamente in maschera!!!…
e speriamo il che il tempo non faccia “scherzacci” di Carnevale….

La “Festa di Carnevale”, organizzata dal Centro Zenit, si terrà domani,
25 febbraio, dalle 16.30 alle 18,
presso il Circolo ARCI Pianacci.


Passaparola!!!

(i bambini dovranno essere accompagnati da un adulto)

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un abbraccio a Fabio ed a papà Giancarlo

Dirigenti e soci del Circolo ARCI Pianacci sono vicini all’amico e consigliere comunale Fabio Ariotti, colpito oggi da grave lutto con la perdita della mamma Loredana.

Un affettuoso abbraccio che vogliamo far pervenire anche al marito Giancarlo, ritratto in questa foto proprio con la moglie Loredana in uno dei momenti vissuti al Pianacci.

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una nuova storia, nata in via Novella…

…fanno cose che noi non facciamo e ogni percorso fa cose che l’altro non fa…
ma la cosa che dobbiamo fare tutti è farci sponda, gli uni con gli altri…
ognuno con le proprie caratteristiche..

Viva via Novella!!!
Il Cep è quartiere con una storia travagliata e, in certi propri aspetti, entusiasmante.
Ma che vede ancora una costante sofferenza in buona parte di chi ci vive dovuta alla mancanza di servizi, opportunità, occasioni di socialità e una cornice generale non soddisfacente.

Questo per tutti, ma in particolar modo per i giovanissimi e giovani che crescono e si affacciano a una vita che può essere più o meno facile, anche a seconda delle opportunità che hai avuto.

Il Ponente è un luogo che vede nel suo litorale e nei centri storici di Voltri, Pra’, Pegli un posto vivibilissimo e bello.
Il Cep deve diventare, sempre di più, un quartiere di questa delegazione con piena cittadinanza
.

In questi decenni, molti, tantissime persone ed organizzazioni si sono adoperate per migliorare il quartiere.
Molti residenti hanno dato vita a percorsi di attivismo civico.

Possiamo citare associazioni (e noi siamo una), cooperative sociali, parrocchie, comitati di quartiere, gruppi informali, associazioni sportive, ecc…
Ma soprattutto tantissimi singoli cittadini in quelle organizzazioni o individualmente che hanno dato vita a così tante iniziative che se uno ci pensa non le riesce neanche a mettere una in fila all’altra. Un mare.

Negli ultimi anni abbiamo ri-visto e continuiamo a ri-vedere iniziative che si rilanciano e che si rinnovano, come l’erba a primavera.
A inseguire costantemente i problemi che, ahinoi, anche loro si rinnovano.


Negli ultimi due mesi, forse più, abbiamo visto una nuova storia ottima che è nata in via Novella.
Anche lì c’è una persona Dario Di Giorgi che ha fatto i primi passi e altre che si sono unite.

Noi, come tanti, come Pianacci, plaudiamo anche a questo nuovo percorso.
E ai risultati che sta ottenendo.
Lo ringraziamo perché fanno cose che noi non facciamo e ogni percorso fa cose che l’altro non fa.
Ma la cosa che dobbiamo fare tutti è farci sponda, gli uni con gli altri.
Ognuno con le proprie caratteristiche.


Ben venga questa nuova battaglia che ha dato una scossa a servizi pubblici e funzioni istituzionali che in queste zone spesso zoppicano.

La parte entusiasmante del Cep è la proposta di socialità e ricerca di soluzioni di vivibilità che continua a crescere e rinnovarsi con forme sempre nuove e forti.

Ci tenevamo a dire queste parole.
Scontate forse, ma ci tenevamo.

Viva via Novella!!!
E i suoi abitanti.


(foto del Cep…non da via Novella)

Tutti i “numeri” del 2021 del Circolo Arci Pianacci

i “numeri” delle attività, il più significativo parametro
per valutare l’impatto sul territorio di un’associazione

Si è chiuso il 2021 e per il Circolo ARCI Pianacci è tempo di bilanci, da quelli economici ai “numeri” delle attività, il più significativo parametro per valutare l’impatto sul territorio di un’associazione, soprattutto se, come in questo caso, è un’Associazione di volontariato.
(in fondo alla pagina immagini e links al “diario Pianacci 2021” relativi alle attività citate)

I numeri del 2021 sono l’inequivocabile cartina di tornasole della tenacia della nostra Associazione, che nonostante le criticità imposte dalla pandemia non ha fatto mancare alla cittadinanza la possibilità di fruire quotidianamente dei 16.000mq di verde attrezzato ed ottimamente manutenuto dell’Area Pianacci, un’opportunità garantita anche durante il lungo periodo di chiusura del bar circolo (fino a fine aprile).

Nel corso del 2021 il parco dell’Area Pianacci è stato aperto ben 4.500 ore, con libera fruibilità degli spazi di verde attrezzato e, per i più giovani, del campo da calcetto in erba sintetica.

Il bar del Circolo, chiuso come tutti i circoli ricreativi fino al 24 aprile, nel resto dell’anno ha comunque offerto il suo servizio per 1.220 ore.

La gestione complessiva di tutte le attività e delle incombenze gestionali ha comportato ben 2.355 ore di volontariato, mentre la manutenzione quotidiana degli spazi è stata garantita dai collaboratori impegnati in lavori di pubblica utilità, ben 2.741 ore che hanno visto l’impegno, nel corso dell’anno, di 21 persone con complessive 851 presenze.

Gli spazi gestiti dal Circolo ARCI Pianacci hanno potuto contare su ben 25.300 presenze, grazie anche alle 645 ore di attività gratuite strutturate (elencate più sotto) che hanno coinvolto circa 1.100 persone.

Si aggiungono poi altre attività, tra le quali la più consistente (e prestigiosa visti i risultati internazionali) è la pratica del pattinaggio al PalaCep (circa 1.400 ore gestite dall’Artistic Roller Team), cui si aggiungono, sia pure in misura minore (anche causa restrizioni dovute al Covid) le attività svolte alla Sala Firpo e, durante l’estate, presso il campo da beach volley.

Le attività gratuite strutturate sono state le seguenti:

_Attività per la Terza Età (65 giornate di attività suddivise tra attività motoria, passeggiate urbane guidate e laboratorio smartphone)

_Campus sportivo estivo (5 settimane di attività sportive per giovani in età compresa tra 6 e 12 anni)

_Laboratorio writing ed airbrush, complessivamente 10 giornate per giovani in età compresa tra 12 e 16 anni)

_Ceppions League, torneo estivo “per gioco” per giovani in età tra 7 e 13 anni

_Orientamento sul lavoro, effettuato in ambito scolastico per studenti di seconda e terza media

_Laboratorio sui diritti

_Sportello Migranti, gestito da Arci Solidarietà, consulenza gratuita settimanale per famiglie di origine straniera

_Attività PON con IC Voltri II, tre settimane di attività ludico-didattiche per studenti dalla 5^ elementare alla 3^ media

_Distribuzione mensile di pacchi di alimenti per famiglie in difficoltà, gestita da Genova Solidale e Circolo Operaio di Sestri

_Distribuzione natalizia di giochi e libri, gestita da Genova Solidale e Circolo Operaio di Sestri.

E per il 2022 si preannuncia già un forte incremento dell’offerta sportiva ed educativa, trasversale a tutte le età, dai giovanissimi agli “Over 70”…

ma ne parleremo la prossima volta…

Immagini di alcune delle attività citate (dall’archivio Pianacci 2021)

uno scorcio del parco Pianacci (clicca per ingrandire)
l’interno del PalaCep
(clicca per ingrandire)
il campo da beach volley
(clicca per ingrandire)
Ceppions League 2021
(clicca per ingrandire)
Laboratorio Coding PON IC Voltri II
(clicca per ingrandire)
Laboratorio writing
(clicca per ingrandire)
Terza Età: visita guidata al Parco di Arenzano
(clicca per ingrandire)
Terza Età: Laboratorio Smartphone
(clicca per ingrandire)
Sportello Migranti
(clicca per ingrandire)
non “solo” pulizie e taglio dell’erba…
clicca per ingrandire)
il gruppo “Platinum” che ha partecipato ai campionati mondiali di pattinaggio in Paraguay
(clicca per ingrandire)
lo staff manutenzioni: la composizione cambia di frequente ma è sempre una gran squadra
(clicca per ingrandire)

Dal “Diario Pianacci 2021”

(cliccare sull’immagine per aprire l’articolo)

Spesa solidale al Pianacci
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– 26 ottobre 2021 –
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United Colors of Cep…
– 3 novembre 2021 –
Laboratorio Smartphone per la Terza Età, che successo!!!
– 17 novembre 2021 –
almeno col pensiero…dite “grazie!”… – 18 novembre 2021 –
Al Circolo ARCI Pianacci il “Baby Pit Stop”!!!
– 24 novembre 2021 –
Giocattoli senza frontiere 2021. Giochi (e libri) in regalo a chi ne ha bisogno.
– 17 novembre 2021 –
(link alla Rassegna Stampa 2021
del Circolo ARCI Pianacci)
tutti i “numeri” del 2021
(clicca per ingrandire)

Oggi la dolcissima Franca “fa 90!!!”…

La dolcissima signora sorridente nella foto è Franca Brigandì Paolillo, da moltissimi anni fedelissima socia del Circolo ARCI Pianacci.

Brigandì è il suo cognome da “signorina”, ma per tutti, al Cep, è “la Paolillo” (cognome del marito) o più semplicemente “la Franca”

la sua casa è in via della Benedicta, e si affaccia proprio sull’Area Pianacci, luogo in cui per molti anni ha giocato a bocce con le amiche (anche con i guanti “senza dita”, d’inverno, quando si giocava nel ghiacciatissimo bocciodromo coperto, ora Sala Foglino, riscaldata).

Fino a pochissimi anni fa, credo fino al 2017, ha anche frequentato, con puntualità svizzera, i “corsi di attività motoria per la terza età” che il Pianacci organizza alla Sala Firpo, e non ha mai fatto mancare la sua presenza alle assemblee dei soci o alle assemblee di quartiere.

Insomma, per dirla breve, il socio perfetto, una tipologia purtroppo per noi sempre più rara…

Oddio, proprio perfetta perfetta no…perché quando iniziava a parlare, peraltro con molto garbo e con assoluta proprietà di linguaggio, era un bel problema riuscire a frenarla, manco con i richiami…
che poi, in realtà, se alle riunioni non ci avesse dato “quel motivo” per richiamarla all’ordine ci saremmo rimasti male, perché tutto sommato era diventato quasi “da copione”…😊

Dico era perché da quando è iniziata la pandemia, Franca, vedova da molti anni, si è trasferita ad Ovada, da sua figlia Antonella.
Lì può “gustarsi” meglio la nipote Giulia, ormai credo ventenne, che abbiamo imparato a conoscere già da ragazzina, quando videochiamava la nonna la mattina per salutarla dall’autobus o quando tornava da scuola…

ed il pomeriggio a nonna Franca brillavano gli occhi quando ci raccontava quanto fosse orgogliosa di queste continue attenzioni della sua nipotina che, per non perdersi manco un saluto, l’avevano indotta ad imparare ad usare whatsapp…

Franca però non ha lasciato la casa di via della Benedicta…
forse in questo modo soddisfa la necessità di mantenere una sorta di legame anche “fisico” con il Cep, cui, come riferisce la figlia, è rivolto spesso il suo pensiero nonostante si trovi benissimo ad Ovada…

si sente così profondamente legata al Pianacci al punto da mantenere il suo status di “socia”, con rinnovo annuale della tessera ARCI Pianacci, benché da due anni non possa frequentare il nostro circolo…

l’abbiamo sentita qualche giorno fa, con la tessera 2022 le abbiamo inviato un biglietto con il saluto di alcune delle amiche e degli amici con i quali ha condiviso momenti spensierati…

per Franca, ma anche per noi, oggi è un giorno speciale: compie ben 90 anni, portati benissimo, e con questo pensiero, cui idealmente si uniscono tutte le amiche e gli amici del Pianacci, siamo certi di riuscire a farle sentire il nostro affetto, la nostra vicinanza…

con la certezza che, almeno per una volta, resterà senza parole…😊

Auguri Franca, ti vogliamo bene!!!💗😘

Potevamo rinunciare a festeggiare con lei?
Certo che no!

Una bottiglia di Moët & Chandon, e lo spegnimento delle candeline sulla squisita torta, “a forma di 90”, preparata dalla figlia Antonella e dalla nipote Giulia

e a proposito della “nipotina”…

proprio oggi Giulia, iscritta alla Facoltà di Medicina di Genova, ha dato il suo primo esame, Anatomia…

un esordio con un fantastico 30!!!

E per la nonna (ed anche per noi) è festa doppia!!!

Franca Brigandì Paolillo
(clicca per ingrandire)

Il 2022 inizia con buone notizie!

Ottime notizie per il Pianacci e il Cep!!!

In queste ore l’Assessore Pietro Piciocchi ha comunicato che venerdì scorso, 31 dicembre, è stato pubblicato il bando per i lavori di riqualificazione del PalaCep.

E’ una notizia importante.

Il PalaCep è una struttura di eccellenza in città…
ed è di eccellenza anche perché permette attività di alto livello in un quartiere che ha meno occasioni di opportunità di molti altri.

Il PalaCep ha ospitato eventi, feste, raduni e, soprattutto, ospita le attività di società di pattinaggio.

Citiamo ad esempio l’ultima vicenda: molti atleti dell’ASD Artistic Roller Team che si allena e ha tutte le proprie attività al PalaCep sono andati al mondiale (che si erano meritati) in Sud America pochi mesi fa.
Tra gli atleti c’erano anche alcune ragazze del Cep.
E questo è un esempio, specifico, di quello che può significare.

Oltre al fatto che con i lavori ultimati il PalaCep potrà riprendere pienamente tutte le sue funzioni. Oltre che allenamenti anche eventi e occasioni ludiche, sociali, culturali.

Un grazie al Comune di Genova, all’Assessore e a uffici comunali di Direzione Sport e Direzione Progettazione.

l’interno del PalaCep
(clicca per ingrandire)

Buon 2022!!!

Siamo in ritardo, sappiamo!

Ma comunque Vi auguriamo Buon Anno!!!

Tutti insieme, soci, atleti, residenti del Cep, associazioni, cooperative e realtà con le quali operiamo insieme, amici, chi ha “viaggiato” su qualche iniziativa del Pianacci e quanti altri ancora!

E… nel farlo Vi ricordiamo che la parte Bar riapre il 7 gennaio.

Fino ad allora l’Area Pianacci viene aperta da volontari più o meno dalle 9 di mattina e chiude più o meno alle 19.

E, quando è aperta, è frequentabile in tutti gli spazi aperti!!!

Ancora auguri!!!!

(clicca per ingrandire)