Non so perché lo chiamassero tutti “fedayn”, e a dire il vero non l’ho mai chiesto…
E’ “comparso” al Pianacci più o meno un anno e mezzo fa, venendo a trovare un suo amico nostro socio.
Ha voluto immediatamente tesserarsi per il nostro circolo e da allora è stato uno dei più assidui frequentatori.
Un personaggio singolare, con un’intelligenza vivace e con competenze che gli derivavano dai diversi lavori svolti negli anni precedenti e dalla curiosità, con l’aggiunta di un senso ben preciso dei suoi diritti.
E questo lo portava, da tempo, a chilometriche (e sensate) azioni cartacee di rivendicazione nei confronti della Civica Amministrazione, che hanno poi assunto la forma “digitale” grazie alla consulenza di una nostra socia.
La sera dello scorso 21 giugno, nonostante il tempo inclemente, era tra gli spettatori dello spettacolo del percussionista Matteo Rabolini, al quale, mosso dalla sua consueta curiosità, al termine dell’esibizione, ha rivolto qualche domanda sulla struttura musicale di uno dei pezzi eseguiti.
Proprio quella sera, tornando a casa, i primi sintomi di un malessere che, con il trascorrere del tempo, si è manifestato sempre più difficile da affrontare.
Il giorno in cui io e Susanna andammo a trovarlo al San Martino coincise con la dimissione dalla degenza, accompagnata però dalla diagnosi che evidenziava una situazione molto grave (aggravata da problemi metabolici) che avrebbe comportato terapie molto pesanti dall’esito peraltro incerto.
La sua viva lucidità gli fece capire subito che probabilmente il tempo residuo non sarebbe stato molto.
Da allora poche presenze al circolo (ed ogni volta lo si esortava, inutilmente, ad affrontare comunque le terapie), con segnali progressivi di peggioramento, che via via gli hanno impedito di potersi muovere da casa.
Non gli è mancata la vicinanza dei soci che più ha frequentato in questi mesi, sia telefonicamente che con visite a casa sua.
Oggi però ci è giunta la triste notizia…
la sua resistenza è giunta al punto di non ritorno…
Aveva compiuto 75 anni lo scorso 15 settembre…
Ah, dimenticavo…
Si chiamava Giuseppe Albanese, per noi tutti “fedayn”…


