“Scusi, lei che è un dottore…”, la domanda che Vincenzo Castelli non mi farà più…

“Non ho fame, non ho voglia di mangiare”.
“Guardi Castelli che un sacco vuoto non sta in piedi…facciamo così: lei faccia uno sforzo, mangi solo il primo ed il secondo, il caffè lo prendiamo poi insieme da Barbara, al Pianacci”…
“Me li saluti tutti”…

e ci siamo salutati, prima che si appisolasse per la terza volta in pochi minuti…

La sera del 18 novembre mi hanno informato che Vincenzo Castelli, uno dei nostri soci “storici”, era ricoverato in ospedale, in condizioni non proprio incoraggianti…

Il giorno successivo ho chiamato sua moglie Bombina, anche lei nostro socio “da sempre” ed attiva frequentatrice, fino allo scorso anno, dei nostri corsi di attività motoria per la Terza Età.

Il pomeriggio, prima di un convegno ARCI al Cap, avrei avuto un paio d’ore libere, e sarei andato volentieri a trovarlo con Susanna…

Non sapevo che fosse ricoverato già da una quindicina di giorni e che le sue condizioni fossero “così gravi”…

Me ne sono reso maggiormente conto quando al padiglione Maragliano dell’Ospedale San Martino mi hanno accompagnato da lui.
L’infermiera mi ha messo in guardia, si sarebbe potuto appisolare di continuo, non aveva idea di quanto avrebbe potuto darmi attenzione…

Quando siamo entrati era effettivamente appisolato, non so se al suo improvviso risveglio mi abbia riconosciuto, anche per via della mascherina…

Susanna non l’hanno fatta entrare, per via del Covid può entrare una sola persona”…

Ecco, il riferimento a Susanna gli avrebbe forse fatto capire chi ci fosse dietro quel volto mascherato…

Infatti, sgranando gli occhi…
Cosa si dice alla Pianacci?

Ok, ora ne ero certo…
mi aveva riconosciuto!…

Un colloquio di pochi minuti, in cui si è appisolato per tre volte, fino all’esortazione a nutrirsi, con l’appuntamento al Pianacci per un caffè…

Un rito consueto, quello del caffè, quando ci incrociavamo lì, al pomeriggio, al bar del Circolo…

poi, come sempre, avrebbe preso una sedia per trasferirsi vicino al cancello del vialetto che porta al campo da calcetto…
uno scampolo di provvidenziale frescura, all’ombra, fondamentale nei pomeriggi estivi più caldi, e location preferita da lui e dagli altri compagni del pomeriggio…

Così come era quasi rituale la sua domanda…

Scusi…lei, che è un dottore…cosa posso fare per togliermi questi dolori?
Castelli, lei ha avuto un serio incidente anni fa, e quando si passano i vent’anni i dolori vengono anche a chi non ha avuto incidenti…
Eh sì, vent’anni…lei sa quanti anni ho?

Lo sapevo che aveva già superato gli 80, ma ogni volta lo facevo dire a lui, che di fronte al mio stupore (in effetti li portava più che bene) si allargava in un radioso sorriso…

L’ultima volta mi ha “confessato” di averne 84, se non ricordo male li aveva compiuti a fine luglio…

Non ci sarà l’occasione di “stupirmi” per i suoi 85…

Non ce l’ha fatta, e la scorsa notte ha raggiunto lassù gli amici (tutti “vecchi soci” del Pianacci) che l’hanno preceduto in questi ultimi mesi…

Antonio Pertichini a marzo, Giuseppe Medaglia ad aprile ed Aldo Serravalle a maggio…

Aldo Serravalle è con lui, a destra nella foto, scattata da Barbara, la nostra barista…

e già me lo vedo Castelli lassù, all’apertura del bar dell’aldilà, prima di prendersi la sedia per andare a tenere compagnia ad Antonio ed agli altri, cercare il Padreterno per chiedergli:

Scusi…lei, che è Dio, e sa tutto…cosa posso fare per togliermi questi dolori?

E chissà se anche Dio, che sa tutto, fingerà di stupirsi quando gli rivelerà la sua età…



Vincenzo Castelli (a sinistra) al Bar del Circolo ARCI Pianacci
con l’amico e socio Aldo Serravalle, mancato 6 mesi fa
(clicca per ingrandire)