wi-fi gratuito al Cep???…magari!!!…

Elisa Serafini, Assessore alla Cultura del Comune di Genova, sta pensando di dotare l’intero quartiere del Cep di un servizio wi-fi gratuito…magari!!!

Repubblica Genova, 19 maggio 2018
L’articolo di Marco Preve

(clicca per ingrandire)

ELISA SERAFINI ASSESSORA
“GENOVA CASA DELL’HIP HOP E WI-FI GRATUITO AL CEP, ANCHE QUESTA E’ CULTURA”

Una semplificazione giornalistica porterebbe a dire di lei – visto che è paladina dei diritti dei gay, che ha criticato la scelta nostalgica di commemorare ufficialmente i caduti di Salò, che non ha grandi supporter nel clero locale, che alcuni militanti leghisti l’attaccano pesantemente sui social, e che preferisce organizzare un festival hip hop piuttosto che una serata jazz raccomandata da qualche consigliere – che Elisa Serafini assessora (la più giovane) alla cultura del Comune di Genova abbia poco a che spartire con la giunta Bucci, amministrazione dalle forti radici leghiste e assai tradizionalista.

Eppure sarebbe un errore.

Perché Serafini, che nella lista del sindaco è stata eletta, ne è anche una convinta sostenitrice: «Ad esempio difendo la legge 194, ma sui manifesti contro l’aborto di cui si parla in questi gironi la penso come il sindaco e sono per la libertà di pensiero. E soprattutto l’impegno di Bucci per rendere efficienti le municipalizzate mi sta facendo ricredere su certe mie convinzioni rispetto al ruolo dei privati nel pubblico“.

Partiamo proprio da qui.

I privati e il ruolo preponderante che per lei devono avere nel finanziamento della cultura.
«In questo periodo storico gli investitori istituzionali delle grandi imprese chiedono che le aziende investano in responsabilità sociale. Questo vuol dire finanziere progetti solidali, culturali, benefici, per rispondere alla sempre più forte richiesta di trasparenza e di etica…»

Per lavarsi la coscienza in qualche caso?
«Può essere, non lo so, ma non è questo il punto. Lo è invece che a fronte di finanziamenti pubblici ormai quasi azzerati per la cultura, solo con i privati si può continuare a farla e promuovere nuove iniziative. È quello che ho fatto reimpostando sponsorizzazioni del Comune e andando io stessa in prima persona a chiedere contributi».

E come sta andando?
«Bene direi. Siamo passati da circa 12 sponsorizzazioni a una cinquantina, soprattutto abbiamo coinvolto soggetti prima mai contattati. Così il Porto di Voltri ha pagato il restauro dell’imbarcazione per la regata storica, oppure un ristorante del centro storico ha coperto le spese per un concerto di musica folk al Ducale».

Tutta questa disponibilità non può trasformarsi in conflitti di interesse quando l’azienda avrà da chiedere qualcosa al Comune?
«Il rischio c’è ma esistono norme precise. Intanto evitiamo di chiedere contributi a chi deve ottenere permessi e l’impegno è fai sì che le sponsorizzazioni siano slegate da posizioni di privilegio con la politica».

Ci spieghi il beneficio per l’azienda.
«Farsi apprezzare dal territorio, pubblicità, rispondere appunto alla richiesta etica e di trasparenza che oggi arriva dai mercati, e poi anche forme nuove di convenzione: finanzi il teatro? I tuoi dipendenti potranno avere uno sconto su corsi di danza. È un esempio, ma la direzione è quella».
Villa Croce era un esempio di gestione pubblico privata ma con il suo arrivo è finita bruscamente. «Però a mio parere in quel caso non era il pubblico ad avere i benefici maggiori dal rapporto. Invece io penso che i benefici debbano esserci per tutti».

E ora a Villa Croce che succede?
«Che un colosso come Cisco ha deciso di credere nella nostra proposta e finanzierà due progetti. Il primo riguarda la villa e il museo dove sosterrà sperimentazioni e commistioni fra arte e tecnologia, in particolare sulla realtà aumentata».

E il secondo?
«L’altro progetto prevedeva il wi fi gratuito in un quartiere. Abbiamo scelto il Cep di Prà perché fi crediamo che possa diventare un servizio importante, specie sul fronte della formazione e dei servizi on line. E’ un quartiere che risponde bene agli stimoli e lo dimostra quanto fatto da un’associazione come il Pianacci di Carlo Besana. Vogliamo rinnovare i processi della cultura e lo si può fare anche con il wi fi gratuito».

Anche con l’hip hop? Il festival di gennaio le ha garantito consensi anche da ambienti giovanili di transita.
«E anche qualche critica dalla mia parte politica. Ma me lo aspettavo. Quella tre giorni alla Fiumara è uno dei progetti di cui vado più fiera. Totalmente finanziato con i privati ha fatto venire gente da tutta Italia e anche dal mondo, ha Hong Kong. Quello che una parte della città non capisce è che Genova è capitale italiana dell’hip hop, della trap. Su Spotify un terzo dei primi venti pezzi arriva da Genova e non c’è solo Tedua, ma un intero movimento che potrebbe diventare la nuova scuola dei cantautori. Ed è per questo che stiamo già organizzando il secondo festival sempre a Sampierdarena».

Hip hop a parte, le sue posizioni su alcune questioni (gay, diritti, antifascismo) sembrano non proprio in linea con il resto della giunta.
«Credo nella pluralità delle idee e nel progetto politico di questa maggioranza. A volte pago la mia coerenza e a volte sono considerata scomoda, ma apprezzo gli amministratori che lavorano con me anche se hanno posizioni diverse dalle mie su questioni di coscienza. E aldilà di contestazioni spiacevoli che arrivano però dall’esterno, fra di noi c’è rispetto reciproco».

 

La novità
A giugno sarà on line Investiincultura il portale per trovare finanziamenti privati
“Si chiamerà Invenstiincultura, sarà attivo a giugno e sarà il portale in cui le aziende troveranno le “offerte” culturali che necessitano di fondi. Ci sarà scritto quanto serve, come si può contribuire e anche quello che offriremo in cambio come pubblicità o altre forme di collaborazione”.

Così l’assessora Serafini serpentari il portale on line che nelle sue intenzioni dovrà aumentare il flusso di contributi privati verso la cultura pubblica.
“La città è disponibile -spiega Serafini – e non potrebbe essere diversamente visto che il finanziamento di molti anni fa di Riccardo Garrone al Carlo Felice resta il contributo più alto mai versato da un privato a un ente pubblico”.

E se restano le preoccupazioni per eventuali conflitti di interesse Serafini oltre alle spiegazioni fornite in questa stessa pagina aggiunge:
“Posso dire che sono aspetti la cui importanza mi è apparsa ancora più chiara da quando sono entrata in giunta. Ma anche prima non mi erano ignoti. Mi licenziai da Uber dove ero una giovane e ben pagata manager proprio perché la loro gestione degli autisti presentava a mio avviso alcune gravi carenze dal lato etico”.

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